Lo scorso dicembre si è concluso un decennio dall’adozione del Nuovo PRGC. Un Piano adottato nel 1993 ma ereditato dalle precedenti Amministrazioni Comunali e da un Commissario Prefettizio, corretto in alcune sue parti ma frutto di una elaborazione degli anni ’80. Alla sua base la deindustrializzazione e la valorizzazione degli spazio abbandonati dall’industria o di prevista dismissione. Al centro di tutto la trasformazione sull’asse della Spina Centrale. Un Piano nato a suo tempo con critiche sostanziali da parte delle associazioni ambientaliste che a lungo hanno interagito proponendo emendamenti, fino alla proposta di una variante generale che ne ridimensionasse le previsioni edificatorie.
La gestione del Piano ha comportato aggiustamenti ed adeguamenti, ne ha svelato carenze e inadeguatezze, concretizzatesi peraltro in tante varianti e soprattutto nella n. 37 - variante normativa e la n. 38 - comparto produttivo, e altre cospicue relative alle aree destinate ai siti olimpici.
Occorre per tutti, sia per i sostenitori del Piano sia per i suoi detrattori, avviare un bilancio dell’esperienza che si è consumata ed una valutazione delle qualità della trasformazione urbana sin qui avvenuta: come sono stati utilizzati i tre milioni di metri quadri abbandonati dall’industria? La risorsa “territorio” è stata utilizzata al meglio? La qualità della vita in città è davvero migliorata? Come è cambiata la composizione sociale della popolazione, com’è cambiata la mobilità, come si è trasformato l’ambiente, quali bilanci per l’ecologia urbana?
Dopo il 2006, appena spente le luci olimpiche, la città si troverà di fronte ad alcune scelte già compiute dagli amministratori cittadini, provinciali e regionali, soprattutto attraverso lo strumento dei “protocolli d’intesa” e degli “accordi di programma”. Si preannunziano grandi operazioni immobiliari, vaste trasformazioni urbanistiche, pesanti scelte in campo trasportistico; tutto ciò sulle residue grandi aree industriali e sugli assi del trasporto ferroviario. Sono le ultime grandi risorse di una città che non ha più territorio libero - salvo i fiumi e le colline ed alcune vaste aree da bonificare dopo lo sfruttamento da parte dell’industria.
Vogliamo capire come possa essere perseguito un nuovo disegno urbano nel contesto dell’area metropolitana: tutti avvertiamo sempre più la necessità di una pianificazione territoriale che esca dalle dimensioni comunali. Diffuso è il bisogno di un ambiente migliore, di una città più vivibile, che non può essere un cantiere continuo, pena un grave scadimento della qualità della vita urbana e della coesione sociale.
Vogliamo anche capire come i cittadini comuni abbiano vissuto e stiano vivendo queste trasformazioni, che non li hanno visti partecipi, ma sovente in posizione di critica e spesso con passiva rassegnazione. E’ possibile invertire questo processo di “estraniazione”, e progettare una trasformazione urbana di segno diverso, anche in termini di partecipazione?
E infine, servono ancora i Piani Regolatori? Come guidare all’interno dei meccanismi vigenti le trasformazioni urbane garantendo la prevalenza dell’interesse pubblico? Occorre un nuovo PRG o una variante strutturale?
Questa discussione sul futuro della città vuole aprirsi all’ascolto delle voci dei cittadini, e non solo degli addetti ai lavori o di chi da anni muove aspre critiche alle scelte che si vanno operando. Intervengono: Sergio Chiamparino Luciano Gallino Giuseppe Costa Piergiorgio Tosoni Maria Teresa Roli Moderano e introducono: Manfredo Montagnana Emilio Soave Sono invitati al dibattito: Consiglieri Comunali di Torino Circoscrizioni cittadine Comitati Spontanei di Torino Organizzazioni Sindacali Associazioni attive sul territorio.
Data e orario
Mercoledì 24 Marzo 2004
ore 21.00
Luogo
Unione Culturale
Palazzo Carignano
via Battisti, 4 - Torino
Per info e adesioni:
Segreteria del Coordinamento a cura di Legambiente Ecopolis
Tel. 0116693988 - Fax 0116693750
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Unione Culturale
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